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Quartine (Roba’iyyat). Omar Khayyam. Einaudi, 1969.

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Descrizione

Einaudi (NUE Nuova Universale Einaudi 21.); 1969; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 18,5 x 12,5 cm; pp. XXXI-97; Prefazione e versioni dall’originale persiano a cura di Alessandro Bausani. Quinta edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno con nome e data a biro alla prima pagina bianca; Accettabile, (come da foto). ; Una storia, molto diffusa nei testi orientali, vuole che Omar Khayyâm sia stato condiscepolo del famoso « Vecchio della Montagna » ben noto anche in Europa dai racconti di Marco Polo. È un fatto, comunque, che le piú antiche fonti sottolineano piuttosto le sue attività di scienziato che come poeta, sí che, malgrado le proteste dei moderni suoi compatrioti, si può ben sostenere che la sua « scoperta » come poeta e la sua fama come tale, anche in Oriente, sono frutto della geniale seppur infelice traduzione inglese del Fitzgerald (1859). La quartina, già al tempo di Omar, era un « genere letterario » particolarmente adatto per l’espressione occasionale di un sentimento che può scomparire nel regno dei sogni con la stessa rapidità con la quale ne è venuto. Fornito com’era di una potente sensibilità, Omar seppe esprimere nelle sue quartine (« robâ’iyyât») i risultati piuttosto sconsolanti cui la ricerca umana era giunta: l’amarezza della ragione che non perviene ad attingere la verità assoluta. Poeta dunque del pessimismo razionalistico, Omar è tuttavia un pessimista che non si prende mai troppo sul tragico e che ravviva il suo dire con una delicata vena di umorismo, con un sorriso di indulgente derisione. Dalla prefazione di Alessandro Bausani ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.