Descrizione
Einaudi (Saggi 270); 1960; Noisbn; Copertina flessibile con sovracoperta; 21,5 x 16 cm; pp. 434; Prima edizione. 16 tavole e una carta geografica ripiegata fuori testo; piccole imperfezioni e leggeri segni d’uso alla sovracopertina, interno buono; Accettabile (come da foto). ; «Lavorando in quella parte della Sicilia occidentale dove, tra la miseria, l’analfabetismo e la disoccupazione piú diffusi, la mafia ha tenaci e profonde radici, sempre piú ci colpiva il fenomeno dello spreco, per la sua entità, per la sua complessità, per la sua assurdità». Cosí Danilo Dolci introduce il tema di questo suo nuovo libro; la carica di denuncia, di appassionata protesta che ha finora animato tutta la sua opera, assume qui un contorno preciso, si orienta verso obiettivi definiti e raggiungibili. Dolci non chiede piú all’opinione pubblica, alle autorità, al paese che si faccia qualcosa»: studia concretamente che cosa si può fare, oggi, in un dato territorio, in una data situazione. Il suo è un programma minimo: senza interventi e investimenti miracolistici, evitare, per prima cosa, lo spreco. «Spesso letteralmente si butta via; spesso, consapevoli o no, si lasciano inutilizzate risorse già esistenti; spesso la formazione di nuove risorse è trascurata: risorse solo potenziali non vengono valorizzate, mentre capitali ingenti vengono sciupati o tenuti fermi, o mal diretti». Partendo da queste considerazioni, Dolci ha condotto una vasta e approfondita indagine con la collaborazione di un gruppo di studiosi, sociologi, medici, urbanisti, economisti, agronomi, che per mesi e mesi hanno raccolto metodicamente una massa imponente di materiale documen tario. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.