Descrizione
Bur (I classici della Bur L569, L570, L571); 1986; Noisbn ; Copertina flessibile ; 18 x 11 cm; pp. 1959; Note di Mario Scandola. Traduzione di Bianca Ceva. Testo latino a fronte.; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni, imperfezioni), interno senza scritte, volumi lievemente bruniti; Buono, (come da foto). ; Dopo i quattro volumi dedicati dalla BUR alla prima deca della «Storia di Roma dalla sua fondazione di Tito Livio, inizia con questo quinto volume la terza deca, che si concluderà col settimo volume. L’interruzione, che abbraccia un periodo di circa ottant’anni (dal 292 al 219 a.C.) è dovuta, com’è noto, alla perdita dell’intera seconda deca. La dolorosa mutilazione, inferta dal tempo a questa che rimane pur sempre la più vasta opera storica tramanataci dagli antichi, ci ha privato tra l’altro della narrazione degli avvenimenti della più lunga delle guerre puniche, la prima (264-241 a.C.). Con la seconda guerra punica si apre, appunto, la terza deca, nella quale campeggia naturalmente Annibale: da quando, fanciullo di appena nove anni, pronunciò il famoso giuramento ostinatamente mantenuto, alla battaglia di Zama (o di Naraggara che dir si voglia) e al conseguente trionfo di Scipione, cui fa da riscontro, a Cartagine, l’irridente comportamento di Annibale. La traduzione di Bianca Ceva, che viene pubblicata dopo la sua morte grazie a un ritrovamento del tutto casuale, è stata attentamente rivista e corredata di ogni utile apparato da Mario Scàndola, che, autore della traduzione della prima deca, ha così avuto modo di assicurare un legame tra le due parti dell’opera liviana: compito non difficile, del resto, data l’identità dei criteri seguiti dai due traduttori. Volume quinto (libri XXI-XXIII). pp. 581 Volume sesto (libri XXIV-XXVII). pp. 723 Volume settimo (libri XXVIII- XXX). pp. 655; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.