Descrizione
Einaudi (I millenni.); 1973; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta e custodia; 22 x 14,5 cm; pp. XXII-524; Prefaz. A. Gide. ; minimi segni d’uso ai bordi della custodia. Volume in ottimo stato (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto Buono (come da foto). ; Nel teatro, lo straordinario equilibrio delle sue facoltà permette a Goethe di vivere di volta in volta in Faust e Mefistofele, Ifigenia e Toante, Tasso e Antonio, anche, o poco ci manca, nell’inesorabile duca d’Alba, come pure nel libero, nel fin troppo libero, Egmont, cioè sia nei rappresentanti di ciò che l’anima umana manifesta di piú generoso, sia in quelli dell’ordine che tempera. La sconfitta dipinta in Werther (ma è un’opera della prima giovinezza) avrebbe potuto essere la sua, ma Goethe non accetta di essere vinto e saprà anche diventare e senza grande sforzo ciò che trionfava di Werther. Ordine, leggi, convenienze, società costituita, disciplina degli istinti focosi troveranno in lui ciò che sarà capace di comprenderli e approvarli. Ma poiché egli comprende anche tutto il resto, la passione e ciò che sarà degno di superarla senza soffocarla, la rivolta e il ritorno all’ordine, le cause dell’individuo e quelle dello stato, è dal conflitto tra queste forze rivali che sarà alimentata la sua opera, e soprattutto il suo te tro, con quella crescente serenità a cui perviene infine l’ordine vincitore. Un ordine che non avrà leso niente, soppresso niente, che terrà conto di tutto, di ciascuno nella misura in cui la sua particolare facilità non può più nuocere, mettendo ogni cosa al suo vero posto.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.