Descrizione
Interbooks ; 1992; Noisbn ; Rilegato con titoli al piatto, sovracoperta e cofanetto; 28 x 34 cm; pp. n.n; Prefazione di Mario Pomilio, 100 fotografie di Fulvio Roiter. Volume riccamente illustrato a col. a piena pagina. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi del cofanetto (sbucciature), volume e sovracoperta in ottimo stato; Molto Buono, (come da foto). ; “Più in là che Abruzzi”, faceva dire il Boccaccio a un suo personaggio per dare il senso del lontano, dell’appartato, del favoloso. E la sua può sicuramente essere assunta a espressione proverbiale per designare la condizione e la storia abruzzesi, quali almeno sono state fino a qualche decennio fa. Le varie barriere di monti che separano l’Abruzzo dalle regioni limitrofe e addirittura lo dissezionano in tante unità autonome e mal comunicanti tra di loro, la rarità e la scarsa agevolezza delle strade d’un tempo, la mancanza di porti e la stessa realtà politica, che fino al 1860 ne faceva una regione di frontiera per la quale Napoli era lontana e difficili e rari erano gli scambi col Lazio, con l’Umbria e con le Marche, hanno per secoli contribuito a farne un paese segreto e per l’appunto appartato, dove le persistenze prevalevano sui mutamenti e che nel sostrato etnico, negli usi, nel modo d’essere, nella qualità della vita e perfino in quella dei sentimenti poteva dar l’impressione del mitico e del millenario. Non a caso sul finire dell’Ottocento l’Abruzzo è stato considerato un territorio privilegiato e pressoché un caso unico dagli studiosi del folklore, ispirando in tal senso una letteratura d’eccezione; e non a caso i suoi due maggiori scrittori, D’Annunzio e Silone, pur tra tante diversità di sentire, hanno in fondo ceduto ambedue alla medesima suggestione quando hanno spiegato l’Abruzzo l’uno in termini di primitivismo pagano, l’altro di medievalità cristiana.” ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.