Torino in guerra. Diario 1942-45. Carlo Chevallard. Le Bouquiniste, 1974.

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Descrizione

Le Bouquiniste ; 1974; Noisbn ; Copertina flessibile con sovracoperta ; 24 x 17,5 cm; pp. 344; Volume riccamente illustrato con 20 tavv. b./n. fuori testo. ; Presenta severi segni d’uso e del tempo alla sovracoperta, volume saldo con leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; PREMESSA: Nel periodo che intercorre tra il settembre 1942 ed il maggio 1945 ho tenuto quasi quotidianamente un diario, che era al tempo stesso cronaca degli avvenimenti grandi e piccoli dei quali ero testimone in quei tragici giorni, e commento, anzi meglio, sfogo contro gli orrori, le viltà, i soprusi cui assistevo. Oggi, a trent’anni di distanza, lo pubblico. Non ho voluto variare una parola a quanto scrissi allora; ho eliminato solo alcune annotazioni di eventi militari, combattimenti, occupazioni di città, smentite e contro-smentite radiofoniche che oggi non presentano più alcun interesse. Devo soltanto fare una premessa che è al tempo stesso spiegazione per chi mi leggerà. Quando ho scritto quelle pagine ero un giovane non ancora trentenne su cui agivano influenze diametralmente opposte: la più forte, rappresentata dall’ambiente familiare (padre medico, che non aveva mai voluto l’iscrizione al P.N.F. e per questo relegato al ruolo di interino agli Ospedali Psichiatrici, amico di Augusto Monti, di cui io stesso fui allievo al D’Azeglio); l’altra, più debole, rappresentata dall’ambiente esterno, dall’Università prima, dal lavoro poi in cui vivevo: iscritto al Guf, indi al Partito, come quasi tutti i ventenni degli anni ’30, non potevo non assorbire, quasi inconsciamente, certe influenze, certe retoriche. Questo varrà a spiegare alcuni giudizi, alcune affermazioni oggi storicamente superate. Non ho però voluto modificarle (anche se facile) proprio perché le ritengo un’utile testimonianza dell’atteggiamento di molti, come me, dissenzienti ma non politicamente impegnati. Tenga poi conto il lettore della fretta con cui queste note erano buttate giù. La stessa considerazione serva a valutare l’approssimazione ed in alcuni casi la non veridicità di notizie per lo più allo stato di « voci » non controllabili che riferivo. Sono anch’esse una testimonianza dell’ambiente, delle ansie, delle speranze di quei tempi: ciò valga pure a scusarmi presso alcune persone su cui ho dato giudizi che oggi forse rettificherei. Concludo con la speranza che i miei coetanei mi capiscano e che i più giovani, se mi leggeranno, credano alla mia onestà d’allora. Ed a questi più giovani, ai miei figli penso in questo momento, con l’augurio che non abbiano mai a vivere i tristi giorni che questo diario rievoca. L’Autore Nota dell’Editore: Le note, ovviamente, sono state aggiunte oggi per dar modo, specie ai giovani, di districarsi nelle sigle d’allora e di conoscere il ruolo dei ” personaggi ” minori citati nel diario. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.