Descrizione
Dedalo (paradosis 1.); 1999; 8822058011 ; brossura con alette; 21,5 x 15 cm; pp. 183; Copia numerata 70/650; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono (come da foto). ; Uno dei manoscritti più antichi e venerati, il Palatino greco 252 di Heidelberg, nascondeva una straordinaria sorpresa: le note marginali di uno dei più eruditi e inquieti letterati bizantini, Giovanni Tzetzes. Questo libro offre l’edizione critica e l’interpretazione dei nuovi testi ora scoperti. C’erano poche speranze di vedere spuntare nuovi documenti su di un autore così grande, così classico, così studiato come Tucidide, il «legislatore della storiografia» come lo chiamò Luciano di Samosata. È invece accaduto che proprio uno dei manoscritti più antichi e venerati, e tante volte letti e riletti dagli studiosi, il Palatino greco 252 di Heidelberg, nascondesse una straordinaria sorpresa: le note marginali di uno dei più eruditi e inquieti letterati bizantini, Giovanni Tzetzes. Pochi anni dopo la metà del XII secolo, alla fine di un’estate, nel cuore di Costantinopoli e probabilmente nella Biblioteca imperiale, Tzetzes ebbe fra le mani un antico codice delle Storie di Tucidide: si assunse l’onere di scorrerlo tutto con attenzione, nonostante la difficoltà di lettura, nonostante la stanchezza e i violenti attacchi d’asma che minavano la sua salute e la sua serenità. Questo libro offre l’edizione critica e l’interpretazione dei nuovi testi ora scoperti. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.