Descrizione
Einaudi; 1990; 9788806117887; Rilegato con sovracoperta; 22 x 14,5 cm; pp. 214; Traduzione di S. Melani. Prima edizione. ; piccola imperfezione e leggeri segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; L’Incompiuta di Schubert, Morte a Venezia, il libretto bilingue della Bohème con «la lunga morte della povera, piccola Mimí»: questi i suoni e le voci – ma anche le fonti, le suggestioni – che hanno segnato le fantasie adolescenti del «giovane americano» protagonista del romanzo di White. Un protagonista che è anche con la propria consapevolezza di adulto ma insieme con una totale, sofferta identificazione (che non è riconciliazione) narratore del proprio passato: capace di ripercorrere, con sensibilità ma senza sentimentalismi, il cammino impervio e spesso contraddittorio di un’educazione sentimentale vissuta, nell’America conformista e soddisfatta degli anni ’50, alla ricerca perennemente frustrata della legittimazione di una consapevole devianza. E’, il suo, un itinerario al tempo stesso aspro ed estenuato, ma soprattutto inesorabilmente solitario: non lo aiutano né un padre, che pure avrebbe tanto voluto amare, perennemente nascosto dietro la scrivania e il fumo del sigaro, né una madre preoccupata solo di sé e dei propri fallimenti di donna. E lontanissime, oggetto semmai di qualche turbata gelosia, gli sono anche la matrigna, immersa in un suo desiderato quanto irraggiungibile universo di mondanità, e la sorella, forte e determinata, cosí risolutamente «moderna». I riti di iniziazione cui il lettore è chiamato ad assistere – in un clima letterario che rimanda a un tempo alla tenerezza del Giovane Holden e alla sensualità di Lolita – sono fatti sí di incontri, goffi dapprima e poi via via sempre piú disinibiti e crudeli, ma anche di luoghi, di tappe reali e metaforiche del corpo e della mente: le case, divise e diverse, dei genitori, il campeggio e la scuola, il misticismo e la trascendenza, il distacco tra quotidianità dell’esistere e voli dell’anima, delle religioni orientali. «Ne avrei tante da raccontare»: cosí il protagonista si congeda dalle molte storie che hanno attraversato o sfiorato la sua, esplorata senza reticenze, e lo fa essendo pervenuto, almeno per sé, ad una conclusione possibile, ovvero, in qualche modo, all’istituzione di una norma che è, come ogni norma, insieme irrinunciabile e spietata. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.