Descrizione
Mulino (Intersezioni 171.); 1996; 9788815050861; Copertina flessibile; 21,5 x 13,5 cm; pp. 244; Traduzione di Maria Luisa Bassi. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (piccole imperfezioni), interno senza scritte, timbro ex-libris; Buono, (come da foto). ; Le rovine morali e materiali della guerra, l’illusione comunista, la speranza sionista, il tentativo di rifarsi una vita: in queste pagine, riprendendo il racconto là dove lo aveva lasciato al termine di «Inverno nel mattino», Janina Bauman narra le vicende della sua esistenza nel periodo 1945-1987. Il sogno di fuga in Israele, l’incontro con il futuro marito, Zygmunt, gli studi universitari, la carriera nell’industria cinematografica, la militanza nelle fila del partito comunista polacco sono gli eventi che segnano il lento ritorno alla normalità, sullo sfondo della ricostruzione. Ma le difficoltà economiche, i disagi di una vita spesso precaria, le delusioni politiche riprendono il sopravvento. Nella Polonia del ’68 la protesta studentesca dilaga dalla capitale a tutto il paese, mentre le autorità ne attribuiscono la colpa ad elementi sionisti: Zygmunt, diventato uno dei punti di riferimento del movimento studentesco, viene espulso dall’università; Janina è licenziata. Tra mille difficoltà, nel giugno del 1968, essi riescono a lasciare la Polonia e, dopo tre anni trascorsi in Israele, si stabiliscono definitivamente in Inghilterra. Polonia, Israele, Inghilterra: le tre patrie attraverso cui l’autrice di queste toccanti memorie ha inseguito il suo «sogno di appartenenza» di ebrea senza patria convivono ora pacificate nella malinconia dei ricordi. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.