Descrizione
Einaudi (Coralli 169); 1963; Noisbn; 19,5 x 12,5 cm; pp. 174; Rilegato con sovraccoperta; Traduzione di Raffaello Uboldi. ; Prima edizione. Presenta segni d’uso ai bordi della sovracoperta (imperfezioni, macchiette, sbucciature), firma e data a biro al frontespizio, volume lievemente brunito; Accettabile (come da foto). ; Questo racconto di Aleksandr Solženitsyn era già famoso in ogni paese del mondo a pochi giorni dalla sua pubblicazione: il numero di novembre della rivista «Novyj Mir», in cui esso era apparso, era andato letteralmente a ruba nelle edicole di Mosca. Per la prima volta in questo racconto si parla esplicitamente dei campi di lavoro forzato staliniani: e il protagonista è un russo, catturato al fronte dai nazisti, e per questo sospettato di tradimento. Ma Una giornata di Ivan Denisovic non è soltanto uno squarcio bruciante di vita vissuta: la realtà dei campi di lavoro dà vita a un’opera breve e intensa, di sobrietà e di controllo quasi classici. Solženitsyn, scrittore asciutto, tutto cose, è andato al di là della grezza brutalità dei fatti. Come ha scritto il poeta Aleksandr Tvardovskij, il direttore di «Novyj Mir », la sua è un’opera d’arte, e in forza appunto dell’illuminazione artistica del dato materiale di vita è una testimonianza di speciale valore, un documento di poesia ». E in realtà, per la vita letteraria sovietica Una giornata di Ivan Denisovic è un evento rivoluzionario, che stabilisce un nuovo livello di colloquio tra scrittore e lettore, e invecchia opere che ancora ieri parevano ricche di polemica attualità. Nelle lettere russe, il racconto di Solženitsyn resterà, senza esitazione, accanto a libri come le Memorie di una casa morta, di Fjodor Dostojevskij. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.