Descrizione
GEI Grandi Edizioni Italiane ; 1983; Noisbn; Rilegato con titoli al piatto e dorso, sovracoperta; 33 x 25 cm; pp. 99; A cura di Mosca. Prima edizione. Volume illustrato b./n. Numerose fotografie.; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi della sovracoperta (piccole imperfezioni, manca triangolino prezzo), interno senza scritte, lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Raccolte nelle immagini di questo libro, le vicende di Casa Savoia da Carlo Alberto a Umberto II sono le vicende stesse del nostro Paese. Ma il taglio è decisamente familiare, e la documentazione – in questo senso – straordinaria. Si può dire che per la prima volta tante im magini appartenenti agli album dei Savoia sono riunite in una sola opera; e ogni immagine è accompagnata da una dicitura precisa fino alla puntigliosità. Ecco Carlo Alberto sposo diciannovenne di Maria Teresa d’Asburgo; Novara e Oporto sono ancora lontane. Ed ecco Vittorio Emanuele II, il “padre della Patria”, dividere saggiamente energie e passione fra Risorgimento, Maria Adelaide d’Austria e “bella Rosina”. Ecco ancora Umberto I, il “re buono” incapace d’amare la regina amata da tutti gli italiani, Margherita; e Vittorio Emanuele III, re del benessere e re della guerra. Fino a Umberto II ed alla sua famiglia, che compaiono nei giorni quanto lontani della serena giovinezza e in quelli – interminabili – del doloroso esilio…. Mosca chiama Umberto II “il principino”, giacché lo conobbe in anni lontani. E scrive: “Mi sembra impossibile che quel ragazzino dalle fossette alle guance e gli scintillanti occhi neri riposi insieme con gli avi, dopo aver sostenuto col massimo della dignità la dolorosa parte di re in un esilio lungo quanto una vita, nell’abbazia di Altacomba… Mi torna in mente il giorno in cui mi volle compagno da Cascais in Portogallo fino a Mentone sulla Costa Azzurra. L’Italia era li, a un passo. Anno 1949. Umberto allungò un braccio come per toccarla. Ma aveva ancora da scontare trentaquattr’anni di esilio, e nemmeno quella interminabile pena sarebbe stata sufficiente per consentirgli di rivedere, sia pure per un giorno soltanto, la Patria così vicina e così perduta. Addio “principino”. Addio Umberto. Addio Savoia, famiglia sventurata”. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.