Descrizione
Einaudi (Reprints 60); 1981; Noisbn ; Copertina flessibile ; 19,5 x 12,5 cm; pp. 295; Traduzione di M. Bortolotto; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Pubblicato nel 1952, il saggio su Wagner fu scritto da Adorno nel 1937-38, e nonostante i ritocchi apportati al testo nella stesura definitiva, esso rimane sostanzialmente legato all’evoluzione del suo pensiero intorno alla fine degli anni trenta: gli anni del Carattere di feticcio della musica e la regressione dell’ascolto, gli anni del saggio Schoenberg e il progresso, pubblicato poi nella Philosophie der neuen Musik con il necessario completamento stravinskiano. È cioè il periodo aureo del lavoro critico-filosofico di Adorno, e il saggio wagneriano è una testimonianza non meno significa tiva degli scritti piú noti della stessa epoca: di là da ogni apparente e paradossale provocatorietà dell’impostazione, Adorno aflina qui il suo metodo di analisi filosofico-sociologica “dall’interno” delle opere stesse, deducendo dai dati intrinseci della composizione – timbro, melodia, armonia, forma – i parametri di giudizio estetico-storico sull’autore. Lo stesso avviene nel Mahler, che risente non poco, perfino nel linguaggio, del saggio wagneriano. È il libro piú ardito, piú sorprendente, piú rivelatore che su questo protagonista della musica del nostro secolo sia stato scritto fino ad ora: delle intuizioni critiche di Adorno non potrà non tener conto chiunque si accinga, da una prospettiva magari anche del tutto di versa, ad approfondire il significato dell’opera affascinante di questo musicista grande e forse non ancora veramente compreso in Italia. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.