L’uomo e il suo destino eterno. Fanzaga Livio. Sugarco, 2008.

Sugarco ; 2008; 9788871985572; Copertina flessibile con risvolti ; 23,5 x 15 cm; pp. 197; ; minimi segni d’usoalla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Chi è l’uomo e qual è il suo destino eterno? Questi interrogativi sono all’ordine del giorno da quando l’uomo, essere ragionevole, è apparso sulla terra. All’uomo di ogni tempo, quello delle caverne come quello dei grattacieli, non basta vivere. Ha bisogno di dare un senso alla sua vita che vada oltre l’effimero e risponda alla sua sete di assoluto. La presenza del dolore, del male e della morte, che affliggono l’esistenza umana, sta all’origine dell’esperienza religiosa e della riflessione filosofica, È possibile dare una risposta vera agli interrogativi fondamentali dell’esistenza umana? Una risposta che non sia una semplice teoria da dimostrare, ma un’esperienza da verificare? Il cristianesimo si propone come la risposta radicale a questa domanda universale di senso e di salvezza che sale dal cuore dell’uomo. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Ipazia. La vera storia. Ronchey Silvia. Rizzoli, 2010.

Non più disponibile

Garzanti ; 2010; 9788817045650 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22,5 x 15 cm; pp. 318; Terza edizione ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; “C’ERA UNA DONNA QUINDICI SECOLI FA AD ALESSANDRIA D’EGITTO, IL CUI NOME ERA IPAZIA.” Fu matematica e astronoma, sapiente filosofa, influente politica, sfrontata e carismatica maestra di pensiero e di comportamento. Fu bellissima e amata dai suoi discepoli, pur respingendoli sempre. Fu fonte di scandalo e oracolo di moderazione. La sua femminile eminenza accese l’invidia del vescovo Cirillo, che ne provocò la morte, e la fantasia di poeti e scrittori di tutti i tempi, che la fecero rivivere. Fu celebrata e idealizzata, ma anche mistificata e fraintesa. Della sua vita si è detto di tutto, ma ancora di più della sua morte. Fu aggredita, denudata, dilaniata. Il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo. A farlo furono fanatici esponenti di quella che da poco era diventata la religione di stato nell’impero romano-bizantino: il cristianesimo. Perché? Per la prima volta, con rigore filologico e storiografico e grande abilità narrativa, Silvia Ronchey ricostruisce in tutti i suoi aspetti l’avventura esistenziale e intellettuale di Ipazia, inserendola nella realtà culturale e sociale del mondo tardoantico, sullo sfondo del tumultuoso passaggio di consegne tra il paganesimo e il cristianesimo. Partendo dalle e testimonianze antiche, l’autrice ci restituisce la vera e sfolgorante immagine di questa donna che mai dall’antichità ha smesso di far parlare di sé e di proiettare la luce del suo martirio sulle battaglie ideologiche, religiose e letterarie di ogni tempo e orientamento. Perché da sempre e ancora oggi Ipazia affascina chi, come lei, è alla ricerca della verità e vive nella libertà. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Nel nome della croce. La distruzione cristiana del mondo classico. Nixey Catherine. Bollati Boringhieri, 2019.

Bollati Boringhieri (Nuovi Saggi 52); 2019; 9788833929699; Rilegato con sovracoperta; 21 x 14,5 cm; pp. 348; Traduzione di L. Ambasciano. Fotografie a col. fuori testo. ; leggeri segni d’uso ai bordi della copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; “Nel nome della croce” parla dell’affermazione del cristianesimo nel IV secolo, ma dal punto di vista dei pagani e della cultura greco-romana. Da quella prospettiva, non c’è niente di eroico da celebrare e non mancano i documenti per testimoniarlo. Dalla ricostruzione degli eventi narrata da Catherine Nixey risulta evidente come il mondo classico fosse molto più tollerante di quanto comunemente si pensi e come i primi cristiani, o almeno molti fra loro, fossero molto più intolleranti e – più spesso di quanto ci si aspetterebbe – violenti. L’autrice ci guida nel corso dei secoli cruciali della tarda Antichità, portandoci ad Alessandria, Roma, Costantinopoli e Atene, mostrandoci torme minacciose di fanatici incitati da personaggi che non di rado in seguito saranno chiamati santi. La distruzione di Palmira, il linciaggio della filosofa neoplatonica Ipazia, la chiusura definitiva della millenaria Accademia ateniese e una quantità di altri episodi mostrano un volto nuovo e inaspettato di quei tempi difficili. Quando infine il cristianesimo divenne religione di Stato nell’impero, le leggi finirono l’opera di rimozione della cultura classica, imponendo a tutti la conversione al nuovo credo e condannando all’oblio gran parte della raffinata e antichissima cultura greco-romana. Si aprirono così, di fatto, le porte al millennio oscuro del Medioevo. Sono innumerevoli le opere che abbiamo perduto per sempre a causa del fanatismo profondo che animò quel periodo: magnifiche statue fatte a pezzi, roghi pubblici di libri, templi devastati, bassorilievi divelti, palazzi rasi al suolo. Dal punto di vista cristiano fu il periodo del «trionfo», ma per chi desiderava restare fedele agli antichi culti pagani e allo stile di vita tradizionale fu invece una sconfitta definitiva, al punto che lo scontro frontale tra la cristianità e il mondo classico che risuona in queste pagine non può non richiamare, fatalmente, le cronache dell’odierno Medio Oriente. La storica e giornalista Catherine Nixey ci regala un libro che scuote le coscienze e rovescia le prospettive mentre racconta un trionfo di crudeltà, violenze, dogmatismo e fanatismo là dove non pensavamo esistesse. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Breve storia delle natiche. Jean-Luc Hennig. Es, 1996.

Non più disponibile

ES (Biblioteca dell’eros 72.); 1996; 9788886534154 ; Copertina flessibile con risvolti ; 22 x 13 cm; pp. 187; Traduzione di Giancarlo Pavanello. ; Presenta minimi segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; È questo il primo saggio che, per quanto mi risulti, sia mai stato dedicato alla storia delle natiche. O, più precisamente, alle loro rappresentazioni immaginarie. Il corpo umano è stato analizzato praticamente nella sua interezza: i piedi, i seni, la vulva, l’ombelico, tutto tranne le natiche. Le natiche mai. Viso del demonio, viso del posteriore, viso maledetto, le natiche hanno suscitato di volta in volta fascino e disgusto, adulazione e rifiuto. Alcune culture hanno esaltato questa parte della nostra anatomia, come dimostrano la statuaria greca o le danze sacre dell’India. In Europa, il discredito di cui le natiche sono state oggetto risale ai primi secoli del Cristianesimo, con la condanna della carne da parte di san Paolo e successivamente con i canonisti del Medio Evo. Bisogna attendere il Rinascimento italiano e il Settecento libertino perché venga riconosciuta alle natiche qualche virtù, e prima tra tutte la bellezza. Dagli affreschi di Michelangelo ai recentissimi CD-ROM, ho cercato di esplorare le figure di questa “metà dell’umanità” rimasta per lungo tempo nascosta. Ritengo che se oggi si assiste a una rivalutazione delle natiche, questo dipenda dalla loro rotondità piena e simmetrica, dalle loro masse carnose ed equivoche, che ci rassicurano, ci infondono fiducia nella vita. Esse sono contemporaneamente un eufemismo del sesso e un interrogativo inquietante: ragazza o ragazzo? Non si è mai certi. È facile prendere abbagli con le natiche. In una società in cui tutti gli oggetti tendono ad arrotondarsi, le natiche rientrano in un’estetica dolce, liscia, lievemente erotica, e riassumono con grazia e umorismo impareggiabili la nostra cultura. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

I Vangeli apocrifi. A cura di Marcello Craveri. Con un saggio di Geno Pampaloni. AA. VV.. Einaudi, 1976.

Non più disponibile

Einaudi (Millenni); 1976; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta, acetato trasparente e astuccio muto; 22 x 15 cm; pp. 609; A cura di Marcello Craveri. Con un saggio di Geno Pampaloni; minimi segni d’uso all’astuccio, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; I vangeli apocrifi sono una delle testimonianze più vive del cristianesimo primitivo. Qui i primi cristiani riversarono tutto il loro ingenuo bisogno di conoscere del proprio Salvatore e Maestro quanto i quattro Vangeli canonici non dissero. Così l’infanzia di Gesù nella casa di Nazareth, dopo i prodigi della sua nascita, o i misteri che accompagnarono e seguirono la sua morte vennero elaborati da una fantasia ricca di tutta la tradizione orientale ed ellenistica, con la freschezza di un mondo nuovo che stava sorgendo sulla decadenza dell’antico. Le letteratura popolare di tutti i tempi trova fra questi testi molte delle sue pagine migliori.; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

La strega. Michelet Jules. Einaudi, 1971.

Einaudi (Millenni); 1971; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta e acetato trasparente, cofanetto; 22 x 14 cm; pp. 248; Traduzione di Maria Vittoria Malvano. Con un saggio introduttivo di Roland Barthes ; leggeri segni d’uso al cofanetto, interno ottimo; Buono (come da foto). ; La donna nasce fata, in amore è maga, ma per le società e le religioni è strega. La più violenta condanna che sia mai stata inflitta al genere femminile, che fra il 1300 e il 1600 portò sul rogo oltre ventimila innocenti, costituisce l’occasione, per il grande scrittore francese, di comporre il suo inno alla strega, simbolo della donna ribelle e “redenzione d’Eva, maledetta dal cristianesimo”. Redatto su cronache, atti giudiziari e documenti d’archivio sfuggiti alla distruzione, questo testo forza i confini tra ricostruzione storica e scrittura letteraria: così quello che molti considerano l’atto di nascita dell’etnografia moderna, la più violenta denuncia dell’Inquisizione cattolica e dell’esclusione sociale che sia mai stata scritta, diventa anche uno straordinario romanzo, traboccante di lucida pietà verso le tante donne condannate ogni giorno alla vergogna. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Storia degli oracoli. Bernard Le Bovier de Fontenelle. Medusa Edizioni, 2006.

Non più disponibile

Medusa Edizioni (Le porte regali 26); 2006; 9788876980435; Copertina flessibile con risvolti ; 22 x 14 cm; pp. 155; A cura di R. Campi. Prima edizione. ; minimi segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; In questo breve saggio, sotto la penna arguta di Fontenelle un soggetto erudito come quello concernente il silenzio degli oracoli dopo l’avvento del Cristianesimo diventa l’occasione per scrivere un’apologia del libero esame razionale contro le soperchierie della superstizione: prendendo spunto da un dotto trattato latino, grazie a un costante, lieve e garbato (e prudente) uso delle armi dell’ironia e dell’allusione, Fontenelle lo trasforma in un brillante libello, pieno di esempi curiosi e stravaganti, contro l’autorità della tradizione, contro lo sfruttamento spregiudicato della credulità popolare, contro gli errori cui lo spirito umano sembra non saper resistere.; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Cristiani d’Oriente e Islam nel Medioevo. Secoli VII-XV. Ducellier Alain. Einaudi, 2001.

Non più disponibile

Einaudi (Biblioteca di cultura storica 231.); 2001; 9788806151102 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 21,5 x 15,5 cm; pp. XXXV-561; Traduzione di Silvia Vacca. 4 cartine ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi della sovracoperta (piccole imperfezioni, sbucciature), interno ottimo, senza scritte; Buono, (come da foto). ; La ricostruzione rigorosa, testimoniata dalle fonti, di un cammino d’intesa tra cristiani ortodossi e musulmani nel Vicino Oriente. Nel secolo che seguì la morte di Maometto, gli Arabi, varcate le frontiere dell’Impero Romano d’Oriente, annessero al dar-al-Islam – il «territorio dell’Islam» – l’Egitto, la Siria, la Palestina, la Mesopotamia e parte dell’Armenia, regioni tutte, ad eccezione dell’Iran, di antica e solida cristianità, ma le cui gerarchie ecclesiastiche, alla vigilia della conquista islamica, erano in profondo contrasto con Costantinopoli per motivi politici e religiosi. L’offensiva musulmana, anziché unire i cristiani contro l’incombente pericolo, contribuí ad accentuarne le divisioni in quanto le popolazioni orientali, che l’Impero gravava sul piano fiscale e perseguitava per il loro cristianesimo eterodosso, considerarono quell’inaspettata invasione come una liberazione dalla tutela oppressiva dei bizantini ortodossi. E invero difficilmente gli Arabi avrebbero potuto impadronirsi di quelle terre imperiali senza la passività, e talvolta anche la complicità, delle autorità civili e soprattutto religiose. Dopo essere stati sottomessi, come giudicarono i vinti i loro vincitori? Le reazioni variarono a seconda delle regioni e delle diverse comunità cristiane, propense piuttosto a giudicare il nuovo regime in funzione dell’attitudine da questo mostrata nei loro riguardi. Si può in ogni caso affermare che i cristiani all’interno del califfato islamico si adattarono, con maggiore o minore facilità, alla dominazione musulmana, in genere tollerante e disposta a mantenerne l’accesso nell’amministrazione statale fino al secolo XI quasi ovunque, e in Egitto ancora nel XIV. D’altronde le persecuzioni contro i cristiani non furono mai dettate da motivazioni di carattere prettamente religioso, salvo nei casi in cui il desiderio di martirio di alcuni asceti si fosse manifestato in aperte e oltraggiose provocazioni, tant’è che lo stesso califfo fatimide al-Hakim, noto come «il grande persecutore», all’inizio del secolo XI permise ai cristiani di abbandonare l’Egitto recando con sé i propri beni. E del resto non si ha notizia né di rivolte religiose né di tentativi di «liberazione» e neppure di appelli ai «fratelli» di Costantinopoli, che anzi la «riconquista» bizantina dei secoli IX e X, con il conseguente rinnovarsi delle vessazioni da parte dell’ortodossia, indussero le comunità cristiane orientali ad accogliere la dominazione turca, cosí come già un tempo i loro predecessori avevano accettato quella araba. Ne conseguí un piú duttile, sebbene talora ambiguo, atteggiamento nei confronti dei musulmani: senza dubbio si continuò a considerare la loro fede alla stregua di una nuova eresia o, piú spesso, di una falsa religione che snaturava la vera rivelazione cristiana – e in tale polemica non furono risparmiate né ingiurie né abilità dialettiche né malafede -, ma al contempo si iniziò anche a riconoscere a taluni musulmani grandi qualità, soprattutto se messe a confronto con la bassezza o la perfidia di certi cristiani, al punto che alcuni autori giunsero sino a preconizzare la possibilità di una pacifica coesistenza tra i due Imperi. Il fatto è che, dissipate le nebbie dei luoghi comuni, le fonti – indagate da Alain Ducellier con rigoroso impegno scientifico e intensa vocazione civile – mostrano come l’antagonismo fosse meno tra cristiani e musulmani che tra cristiani ortodossi ed eterodossi, per non parlare del contrasto, ancora piú grave, tra cristiani orientali e occidentali, un contrasto che le crociate accentuarono sino a indurre i bizantini a propendere piú per il turbante dei turchi che per la mitra latina..; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Storia nuova. Zosimo. Rusconi, 1977.

Non più disponibile

Rusconi (I classici di storia, sezione greco-romana XXX); 1977; Noisbn ; Rilegato con titoli in oro al dorso, sovracoperta e cofanetto; 22,5 x 14 cm; pp. 364; Prima edizione. Volume illustrato in b/n. fuori testo con XII tavole ; Presenta segni d’uso ai bordi del cofanetto, manca tallocino prezzo alla sovracoperta (volume ottimo senza lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Le notizie su Zosimo sono molto scarse: sappiamo solo che fu un pagano e che ebbe incarichi burocratici di un certo livello (comes ed advocatus fisci), ma ignoriamo dove nacque ed in quale periodo visse. Alcuni dati ricavabili dalla sua opera ed una testimonianza di Evagrio Scolastico fanno pensare che la Storia Nuova sia stata composta tra il 507 e il 518. Zosimo vuole essere il Polibio della decadenza di Roma, una decadenza rapida ed inarrestabile, determinata dall’empietà degli uomini che si ribellano agli dèi della religione tradizionale e rifiutano le antiche cerimonie pagane. In questo modo la divinità abbandona Roma che, non più protetta dalla provvidenza, viene lentamente conquistata dai barbari. Dalla pax deorum dipende quindi la pax romana: ciò spiega i suoi attacchi violentissimi contro Costantino e Teodosio, che ebbero un ruolo essenziale nel trionfo del Cristianesimo, e al contrario la sua grande ammirazione verso Giuliano, l’ultimo difensore del paganesimo. Più che uno storico Zosimo sembra un abile libellista e la sua Storia si presenta come un’opera di propaganda filopagana: ciò ne condiziona spesso l’attendibilità. Tuttavia a partire da Teodosio egli rappresenta, in sostanza, la nostra fonte più importante. L’ultimo libro si interrompe dopo soli tredici capitoli, poco prima del sacco di Roma (24 agosto 410): ciò fa pensare che l’opera sia incompiuta. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Gargantua e Pantagruel. Testo francese a fronte. Rabelais Francois. Bompiani, 2012.

Non più disponibile

Bompiani (Classici della letteratura europea); 2012; 9788845266911; Rilegato con sovracoperta; 22 x 16 cm; pp. 2210; A cura di M. Huchon.; minimi segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Il “Gargantua e Pantagruel” ha deliziato per secoli generazioni di lettori permettendo al suo autore di essere considerato come il “creatore delle lettere francesi” (Chateaubriand) o il “più grande spirito dell’età moderna” (Balzac). Narratore dall’inesauribile estro, François Rabelais è anche il più straordinario inventore di figure mitiche e di mirabolanti avventure che il Cinquecento abbia conosciuto. Nei cinque libri della sua opera – adesso pubblicati con il testo francese in edizione critica a fronte – il suo pubblico ha visto di volta in volta il puro intento comico e burlevole, l’atteggiamento irreligioso e dissacrante, la volontà di richiamarsi a una cultura popolare e carnevalesca, il recupero dei valori materiali e corporei, l’adesione a un cristianesimo vicino all’evangelismo erasmiano. Tutte queste letture hanno una parte di verità. Ma soprattutto va tenuto presente l’esplicito intento di Rabelais di proporre quello che egli stesso chiama il “sostanzioso midollo” dell’opera: una trama simbolica che, sotto la superficie comica, coincide coi percorsi del dubbio e si risolve nella ricerca della verità e della saggezza ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.